Estratto dal "Corriere della Sera" (Marzo 2000) in: "La stanza" di
Indro Montanelli
QUANDO LA TOLLERANZA
DIVENTA REALTA'

... Ci sono bande di stranieri, in giro per l'Italia, che entrano, rapinano, picchiano, violentano e, quando va male, uccidono. E poi ci sono quelli che muoiono in condizioni disperate: famiglie macedoni con bambini, persone che avrebbero meritato aiuto prima, e invece ottengono solo qualche lacrima quando e' tardi.

Come possiamo aiutare i secondi, e neutralizzare i primi? Come possiamo impedire che alcuni (mille? duemila?) delinquenti rovinino il nostro Paese, e la reputazione di tanti immigrati come loro?

La prima cosa da fare e' parlar chiaro; e guai a chi osa parlare di razzismo. E’ evidente, per cominciare, che alcuni personaggi hanno scambiato l’Italia per il Far West (con una differenza: nel Far West c'era lo sceriffo).

I nuovi criminali hanno scelto le regioni piu’ ricche (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna), dove la malavita locale offre poca concorrenza.

Quasi tutti conosciamo persone che negli ultimi mesi sono state aggredite, picchiate e rapinate anche in casa propria. E questo non si puo' (meglio: non si deve) tollerare. I farabutti vanno presi e cacciati; dobbiamo far spazio a tante brave persone che in Italia vogliono vivere e lavorare.

E banale? No: soltanto ovvio, pero' va detto. E poco cristiano? Al contrario: accettare i violenti vuol dire mettere in difficolta' la grande maggioranza degli immigrati (slavi e albanesi compresi), che gli italiani con un’apertura mentale che il mondo ci invidia (o ce ne compatisce?) hanno accolto, e sono pronti ad accogliere ancora.

Se qualcuno pensa che la violenza sia parte inevitabile di ogni nuova immigrazione, e poi le cose si aggiusteranno, sbaglia. Un conto e' il furto di chi ha fame, un conto la rapina a mano armata, passando per la stanza dei bambini. Chi ci governa deve capirlo: la sciatteria di oggi non produce l'armonia di domani, ma le ronde armate e le pistole nei cassetti.

Chi ha vissuto in America sa cosa vuol dire sobbalzare a ogni rumore, la notte; conosce l'ansia di entrare per errore nella porta sbagliata, oltre la quale possono spararti, e un giudice darebbe loro ragione. Se puntiamo a questo modello sociale, avanti: la strada e' giusta.

Non dobbiamo aver paura della nostra indignazione. Ci sono momenti, nella storia delle nazioni, come in quella delle persone in cui la tolleranza diventa vilta'. Chi tace davanti a certi episodi non e' ne' di sinistra ne' di destra, ne' liberale ne' progressista, ne' caritatevole ne' «politicamente corretto»: e' un incosciente. Senza volerlo (l'incoscienza e' sempre preterintenzionale) chi accetta l'anarchia di oggi mette i semi per il razzismo di domani.