Estratto da:
L'ARTE DI OTTENERE RAGIONE
ESPOSTA IN 38 STRATAGEMMI
Arthur Schopenhauer (1788-1860)
(Edizioni ADEPHI - Piccola biblioteca n.274)

Pace
"La pace e' preferibile alla verita'" (Voltaire)

Discutere
Ma supponiamo che tu sia entrata in una discussione con tuo marito. A che scopo stai discutendo? Stai cercando con lui la verita' oppure vuoi solo dimostrare di avere ragione? Mettiamo che i tuoi figli o i tui amici siano presenti: sempre piu' e' importante, dato che essi ti ascoltano, che tu abbia ragione, anzi che ti diano ragione, mentre e' irrilevante che tu stia sostenendo o meno la verita'. Pensaci, pensateci:
"Chi discute non lotta per la verita', ma per imporre la propria tesi"

Avere ragione
Avere ragione e' un arte che non a nulla a che fare con la verita'. Chiamiamo "dialettica" l'arte del discutere, "logica" la ricerca della verita'. Tra logica e dialettica non esiste alcun rapporto.
"Nella dialettica la verita' oggettiva va messa da parte o considerata come accidentale, e bisogna badare solo a come difendere le proprie affermazioni e rovesciare quelle dell'altro; nello stabilire le regole della dialettica non si deve prendere in considerazione la verita' oggettiva, perche' per lo piu' si ignora dove essa si trovi: noi stessi sovente non sappiamo se abbiamo ragione o no, spesso crediamo di averla e ci inganniamo, spesso lo credono entrambe le parti. Alla stessa stregua del maestro di scherma che non considera chi abbia effettivamente ragione nella contesa che ha dato origine al duello: colpire e parare, questo e' quello che conta. Lo stesso vale anche nella dialettica, che e' una scherma spirituale.

Stratagemmi
Un primo stratagemma per avere ragione e' quello di generalizzare le affermazioni dell'avversario, di farlo uscire dal caso concreto. Egli sostiene che il tale fa bene a tradire la moglie, dato che essa lo trascura, non si lava, e' assente, eccetera. Che dire pero' dell'adulterio in generale? E se l'adulterio fosse ancora difendibile, come sostenerlo se lo chiamassimo "tradimento". Un altro modo (stratagemma n.12) e' infatti quello di applicare alla cosa di cui si disputa il nome che piu' ci conviene. L'avversario definisce certi comportamenti come "devoti" e noi li chiameremo "bigotti", dove egli dice "pieta'", noi diremo "superstizione", eccetera. Molto dipende dalle parole che si scelgono. Di certi argomenti bastera' dire: "Ma e' un modo di parlare fascista!" (oppure "comunista","ateo", ecc.).

Impiccati
Stratagemma n.16: "Se per esempio egli difende il suicidio, allora gli si gridi subito 'Perche' non ti impicchi?'".

Illusorieta'
Stratagemma n.19. Parlare in generale, sottolineare l'illusorieta' del sapere umano, fornire esempi di tale illusorieta'

Grigio
"Il grigio accostato al nero si puo' chiamare bianco e accostato al bianco si puo' chiamare nero". (Stratagemma n.15)

Ritorcere
La ritorsione. "E' un bambino, bisogna pur concedergli qualcosa". "Proprio perche' e' un bambino bisogna castigarlo, affinche' non perseveri nelle cattive abitudini" (Stratagemma n.26)

Visto in TV
Far ridere dell'avversario, avanzare "un'obiezione non valida, di cui pero' solo l'esperto vede l'inconsistenza: ma, mentre l'avversario e' un esperto, tali non sono gli ascoltatori. Ai loro occhi egli viene dunque battuto, tanto piu' se la nostra obiezione riesce a porre in luce ridicola la sua affermazione. A ridere la gente e' subito pronta, e quelli che ridono li si ha dalla nostra parte. Per dimostrare che l'obiezione e' nulla, l'avversario dovrebbe inoltrarsi in una lunga discussione e a risalire ai principi della scienza, o cose del genere: ma se lo fa, non trova facilmente ascolto". (Stratagemma n.28)

Se stiamo perdendo
Se l'avversario e' piu' forte di noi e sta avendo ragione: interromperlo, sviare il discorso, impedirgli di portare a termine la sua argomentazione (Stratagemma n.18) oppure provocarlo, essere sfacciati, farlo adirare (Stratagemma n.8), oppure affermare ad un tratto che quanto dice dimostra la nostra tesi, anche se non e' vero, lasciando a lui l'onere di dimostrare il contrario (Stratagemma n.14)

Se l'avversario e' debole
Se l'avversario e' debole, e ciononostante ci da' un po' di filo da torcere, citare una qualche autorita', sproloquiare in qualche lingua sconosciuta, rifarsi a testi ignoti od impossibili da consultare al momento, anche falsificandoli e fidandosi sull'impossibilita' del controllo e sulla soggezione che le nostre parole, ad un tratto dotte, incuteranno nell'auditorio. (Stratagemma n.30 e n.36)

Uno su cento
"Non disputare con il primo arrivato, ma solo con coloro che si conosce e di cui si sa che hanno intelletto sufficiente da non proporre cose tanto assurde da esporti all'umiliazione. [...] Da cio' segue che fra cento persone ce n'e' forse una degna che si disputi con lei"

Irragionevoli
"Essere irragionevoli e' un diritto umano".

Silenzio
"Il frutto della pace e' appeso all'albero del silenzio" (antico detto arabo).