Estratto da "Le Scienze" in: "L'opinione di Tullio Regge" di
Tullio Regge
I NODI DI HARTMANN E ALTRE FACEZIE

Ovvero: gli inganni di una pseudoscienza (geobiologia)
Mi sono interessato per la prima volta a Hartmann quando una graziosa terapista mi ha fermato nel corridoio di un ospedale torinese per chiedermi un parere su un tipo di stuoie che, secondo una sua conoscenza, dovevano proteggere da una serie impressionante di malattie, tra cui il cancro.

Si trattava di uno dei tanti marchingegni messi in commercio la cui funzione sarebbe appunto quella di schermarci dai nodi di Ernst Hartmann (1915-1992), il medico tedesco che ha inventato la geobiologia. Chi sosta sui nodi - dicono i geobiologi - cade presto vittima di gravi geopatie. La terra e' ricoperta da una "rete radiante" di linee non meglio definite che si incrociano sui nodi. La rete e' composta da maglie rettangolari i cui lati sono di 2 metri per 2,5. Hartmann riteneva di poter vedere con i propri occhi i nodi - oppure le fasce o linee che dir si voglia - ma nessuno e' riuscito finora a ripetere la sua impresa.

Non mancano i "biodispositivi brevettati" che proteggono l'organismo dalle geopatie neutralizzando i nodi mediante campi magnetici "stabilizzati". L'ente fisico di cui e' fatta la rete viene di solito rilevato da rabdomanti digiuni di scienza. Gli appellativi che nella stampa vengono dati alle emissioni dei nodi sono molteplici: terrestri, telluriche, cosmiche, cosmotelluriche, radianti, magnetiche, elettromagnetiche, geopatogene, ionizzanti, ioniche. Qualcuno chiama in causa persino i neutroni termici. La sorgente di questo irraggiamento, sarebbe la Terra e le radiazioni sarebbero focalizzate dai cristalli della crosta terrestre. Vi sono esperti capaci di mappare i nodi di Hartmann in un edificio dietro pagamento di una modesta parcella di oltre sette milioni di lire.

Dal contesto risulta evidente che i seguaci di Hartmann non hanno la minima idea di cosa siano i raggi cosmici e delle equazioni a cui debbono sottostare campi elettrici e magnetici. Anche una modesta bussola da gia' informazioni attendibili sulla presenza di campi magnetici. Infine non conosco esperti di raggi tellurici. Anche perche' nessuno li ha mai visti.

E con questo veniamo al punto essenziale. Non si puo' escludere a priori l'esistenza di fattori ambientali finora sconosciuti che siano causa di gravi malattie. E' tuttavia dovere del mondo scientifico richiedere prove valide e ripetibili di asserzioni che ambiscono all'etichetta di "scientifico". Nel caso della bioarchitettura e' stato proposto un controllo in cui due sedicenti rabdomanti avrebbero dovuto individuare i nodi di una stessa stanza con esperimenti indipendenti, i cui risultati sarebbero stati messi a confronto. L'esperimento e' stato rifiutato perche' i nodi, si e' detto, possono spostarsi tra una misura e l'altra invalidando il confronto.

In fondo il principio di demarcazione del vecchio Popper serve ancora allo scopo. Se i nodi si spostano cade ogni possibilita' di falsificare la teoria e la bioarchitettura si riduce a fantasia metafisica. Non vedo perche' dovrei pagare oggi una parcella salata per localizzare i nodi fatali se domani o fra poche ore non saranno piu' nello stesso posto. In sostanza la mobilita' dei nodi giuoca lo stesso ruolo della famosa "aura negativa", cavallo di battaglia dei maghi che falliscono.

L'appropriazione indebita della terminologia scientifica e' prassi corrente. A volte devo leggere con attenzione un testo prima di accorgermi che e' la solita bufala. Peggio, non mancano bufale prodotte da ricercatori accreditati. Infine, la vicenda Hartmann non e' un fatto isolato ma e' emblematica della fungaia di discipline pseudoscientifiche che prolifera nelle nostre retrovie. Non vorrei ritrovarla in futuro in qualche piano di insegnamento scolastico.